Finalmente dopo 6 anni di lunga “astinenza” sono tornata in Asia!!!
Itinerario in breve:
Bangkok – Samut Songkhram – Amphawa e floating market – Bangkok – Mukdahan – Savannakhet – Pakse – Bolaven Plateau – Don Khon – Champasak – Ubon Ratchathani – Bangkok
Informazioni:
Valuta (al momento del viaggio): 1 euro = 39 bath (moneta thailandese)
1 euro = 9915 kip (moneta laotiana)
Compagnea aerea: Emirates
Spesa totale: 1330 euro/persona
Partecipanti: Elisa e Alessandro
DIARIO DI VIAGGIO
Venerdì 2/1/2015
Dopo aver dormito in un B&B vicino all’aeroporto di Roma Fiumicino, la mattina ci svegliamo alle 7:30. Ci prepariamo, facciamo colazione (che ci aveva portato in camera la sera prima, ma non è niente di che, tutto pre-confezionato) e ci accompagnano in aeroporto.
Facciamo il check-in piuttosto velocemente e poi andiamo al gate. Al check-in ci pesano gli zaini che vogliamo passare come bagaglio a mano e non ci fanno storie (poco più di 7 kg il mio zaino e poco più di 8 kg quello di Ale).
Il primo volo parte in orario alle 10:55. Dopo circa 5:15 siamo a Dubai (+ 3h rispetto all’Italia). Facciamo un giro per il terminal (ora siamo atterrati al terminal A, un altro terminal rispetto a quello in cui eravamo stati le altre volte) e poi andiamo a fare un giro al terminal B. L’aereo diretto a Bangkok, che doveva partire alle 22:35, fa circa 30 min. di ritardo.
Sabato 3/1/2015
Dopo 5h1/2 di volo arriviamo a Bangkok (+6h rispetto all’Italia). Facciamo i controlli del passaporto e alle 8:30 siamo a prendere il taxi fuori dall’aeroporto.
Proviamo a ritirare i soldi dal bancomat ma non mi funziona e alla fine mi ricordo di non aver attivato la carta bancomat per l’estero. Dal taxi ci facciamo portare alla stazione degli autobus a sud, dove riusciamo a prendere il primo minivan in partenza per Samut Songkhram,
dopo aver riempito il minivan al massimo, alle 10 partiamo. Dopo circa 45 minuti dobbiamo cambiarlo per la strada dormiamo. Quando dopo 1h30 arriviamo neanche ce ne accorgiamo . Ci fanno scendere dal minivan e noi per i primi minuti continuiamo a ripetere “x Samut Songkhram?” senza renderci conto che eravamo già arrivati.
Ci incamminiamo a caso verso l’ipotetica ferrovia e il suo mercato fino a che non lo troviamo. Nessuno parla inglese e nessuno quindi riesce a darci indicazioni precise. Una volta trovato, facciamo un giro per il mercato. Come sempre un paradiso per gli occhi: carne, pesce, gamberi e verdure, vi si vende di tutto.
Continuiamo a camminare finché non scorgiamo dei binari sotto i nostri piedi. Ci siamo!! Li seguiamo fino ad arrivare alla stazione di Maeklong, una stazione piccolissima, con solo un binario. Sono le 12:00 e dai cartelloni appesi in stazione capiamo che il treno dovrebbe arrivare alle 13:45. Decidiamo di aspettare. Ci fermiamo proprio davanti alla stazione a mangiare il nostro primo piatto di noodles di questo viaggio. Sono in brodo.
Facciamo un altro giro per il mercato e alla fine ci fermiamo ad aspettare il treno all’inizio del mercato, a qualche centinaio di metri dalla stazione.
Quando il treno arriva lo spettacolo è surreale. Tutte le negozianti accostano alla parete i lunghi pari che sorreggono i tendoni mentre lasciano la frutta e la verdura per terra. Il treno passa facendo praticamente il filo a tutti i negozietti che sorgono a lato dei binari e a noi che ci eravamo infilati davanti a una saracinesca per osservare lo spettacolo. Una volta che il treno è passato tutto torna come prima in un battibaleno.
Andiamo così a prendere l’autobus (o meglio un songtaew, uno di quei mezzi aperti dietro) che ci porta ad Amphawa, dove arriviamo dopo 15 minuti. Sono le 14:30. Il bus ci lascia davanti a una piazzetta dove sono allestite diverse bancarelle, tra le quali anche qualcuna di roba mangereccia.
Proviamo ad andare lungo fiume per cercare la GH Baan Napak, prenotata e pagata su internet sul sito Agoda ma è praticamente impossibile data l’enorme quantità di gente presente. Torniamo così nella piazzetta e proviamo a chiedere informazioni ma nessuno ci capisce e ci riesce a spiegare. Alla fine una signora ci chiama l’hotel e ci dice di aspettare che qualcuno ci verrà a prendere. Proviamo a lasciarle qualche spiccio per la telefonata ma rifiuta i soldi.
Dopo circa 20′ arriva una tipa, piuttosto “suonata” ma gentile che ci accompagna nell’hotel. Camera carina e pulita, c’è anche il frigo in camera, bagno in comune. C’è una terrazza che si affaccia sul fiume. Ci sistemiamo un attimo e poi usciamo. Lungo fiume c’è tantissima gente, ovunque c’è tanta gente. Proseguiamo in un vicolo perpendicolare al fiume. Ci sono bancarelle di ogni tipo, prevalentemente roba da mangiare. Dalla frutta appena tagliata, al pesce secco, a noodles e riso in tuti i modi, pentoloni che ribollono cibo dall’aspetto molto invitante.
Dal fiume tante barchette si avvicinano alle sponde facendo da mangiare. Cucinano nelle barche e servono il cibo a chi si ferma a mangiare rivolto verso il fiume su piccoli sgabelli di plastica e sopra tavole di legni o piani di cemento.
Il paesino è veramente carino e l’atmosfera è molto piacevole.
Stuzzichiamo qua e là. prima delle palline fritte che chiamano fish cake. Poi mi prendo una busta con dei frutti simili a peperoni rossi, il cui gusto assomiglia alla mela. Poi assaggiamo un panino con dentro maiale (pensavamo fosse un raviolo invece è tipo pane fritto ripieno). Torniamo anche nella piazzetta e ci prendiamo un piatto di noodles vegetariani con uova e tofu. Buoni. Tornando verso la GH Ale decide di fermarsi lungofiume a prendere dei noodles con gamberi e uovo. Alle 19:30 circa torniamo in hotel e dopo poco andiamo a dormire. Siamo stanchissimi.
Domenica 4/1/2015
Ci svegliamo alle 6:45. Facciamo colazione in hotel. C’è caffè solubile, latte condensato, pane tostata e marmellata. Poi abbiamo anche la scelta di un piatto di riso con carne e per chi vuole c’è anche la zuppa.
Lasciamo i bagagli in hotel e usciamo. Purtroppo nessuno è riuscito a spiegarci dove si trova la fermata degli autobus, così ci avviamo per la strada un po’ a caso. Dopo aver chiesto informazioni numerose volte, un tipo ci fa salire nel suo songtaew e ci porta fino ad una grossa strada. Qui fortunatamente troviamo una ragazza che vendeva frutta per la strada e viene con noi ad aspettare e ci ferma il minivan per Damnoen Saduak.
Arriviamo dopo circa 10-15 minuti. Sono le 9 circa. Il minivan si ferma in un posto dove partono le barche e probabilmente (non lo sapremo mai) ci facciamo fregare. Paghiamo infatti 2500 bath per un giro in barca di 2h, una marea di soldi.
Facciamo il giro in barca prima dove c’è il mercato, anche se i venditori in barca non sono tantissimi (probabilmente è già troppo tardi). Ai lati del fiume ci sono un sacco di negozi che vengono souvenir. Ci fermiamo in una sorta di emporio dove preparano anche dei biscotti dolcissimi. Proseguiamo il giro. Ci allontaniamo un po’ dal mercato e arriviamo fino a un tempio. Facciamo un giro. C’è gente che prega, gente che porta offerte e gente che attacca le cartine d’oro sul Buddha. Torniamo alla barca.
Dopo 2h torniamo al punto iniziale. Decidiamo di incamminarci e andiamo a vedere il mercato dall’alto, dove ci sono diversi ponticelli. Percorriamo una parte di canale. Compro un mango….ah, che delizia!!! Finalmente!!!
Ci sono anche dei tipi che fanno fare le foto con dei serpenti enormi.
Fermiamo un songtaew che ci porta alla stazione degli autobus dove siamo costretti a riprendere un altro minivan. Questa cosa mi sembra parecchio strana ma noi né questa mattina né dopo siamo riusciti a trovare un songtaew che ci portasse da Amphawa a Damnoen o viceversa.
Torniamo ad Amphawa alle 12:20. Facciamo il biglietto per il minivan delle 13:20 (è lo stesso che parte da Damnoen) e, dopo aver ripreso i bagagli e fatto un ultimo giretto, torniamo verso Bangkok.
Lungo il tragitto dormiamo. Alle 14:45 circa il minivan si ferma al Victory monument. Prendiamo lo sky train e andiamo al Lumphini park. Facciamo un giretto. Ci sono i varani.
Ci fermiamo un attimo a vedere dei ragazzi che giocano con la palla di vimini (quella che avevamo comprato anche noi l’altra volta in Laos). Sembra che scommettano anche.
Poi ci incamminiamo e andiamo a fare un giro per un centro commerciale lì vicino. Ci fermiamo a mangiare in un ristorante all’interno del centro. Verdure per me e noodles per Ale. Alle 17:45 riprendiamo lo sky train in direzione Mochit.
Quando scendiamo è ormai buio. Ci avviciniamo a degli autobus fermi per la strada e un tipo ci chiede dove dobbiamo andare. Dopo avergli detto che siamo diretti alla stazione degli autobus di Mochit ci fa salire nell’autobus n. 77 (penso che ce ne arrivino anche altri). Facciamo parecchia strada. Arriviamo alle 18:45.
Ci facciamo cambiare i biglietti che mi avevano mandato per mail con quelli ok. Poi aspettiamo. L’autobus parte alle 20:30 o qualche minuto dopo. I sedili sono piuttosto larghi. Verso le 23:30 ci fermiamo in una enorme stazione di servizio. Abbiamo un coupon per comprarci da mangiare ma non capiamo bene come si deve fare per mangiare. Diamo il coupon e ci prendiamo qualcosa. Io due pezzi di carne, Ale del riso con carne.
Ripariamo.
Lunedì 5/1/2015
Alle 6:30 arriviamo a Mukdahan. Ci mettiamo subito in fila per fare il biglietto per l’autobus internazionale. C’è una fila lunghissima….
Poi, mentre aspettiamo l’autobus, Ale si accorge di averso perso il cellulare, o meglio di averlo lasciato nell’autobus…che palle!!!
Alle 7:30 parte l’autobus per Savannakhet. Dopo poco ci fermiamo al confine per sbrigare le pratiche di uscita, poi risaliamo sul bus, facciamo il ponte dell’amicizia II e ci fermiamo di nuovo per la burocrazia di ingresso.
Tanti fogli da compilare, 1 foto tessera e 35$. Riusciamo a riprendere l’autobus a pelo. Infatti bisogna stare attenti perché l’autobus non aspetta tutti e si rischia di vederlo andare via con i bagagli all’interno.
Arrivati alla stazione prendiamo un tuk tuk e ci facciamo portare da Teena Guesthouse. Prendiamo una camera con a/c (che non funziona…) e ventilatore. La camera è comunque grande e pulita così come il bagno. Lasciamo le cose e usciamo. Troviamo una banca e cambiamo i soldi.
Poi andiamo all’Eco guide ma non troviamo nessuno. Così andiamo all’ufficio informazioni e alla fine chi chiamano il tipo dell’ecoguide e torniamo là. Ci facciamo spiegare un attimo qualche trekking ma piuttosto velocemente. Ero interessata al trekking di 3 gg ma saremo gli unici (o forse con un’altra ragazza) e il trekking costa molto (2.000.000 kip/ persona).
Così rimaniamo d’accordo per il giro di 2 gg. Andiamo in un internet point e Ale prova a mandare qualche mail per il telefono e per bloccare la SIM.
Poi telefoniamo al tipo dell’ecoguide e confermiamo il trekking da 2 gg.
Andiamo a fare 2 pass, vediamo un tempio vicino al fiume, il Wat Rattanalangsi.
Poi facciamo 2 passi lungo fiume. Ci sono diverse bancarelle e localini, molti però sono chiusi e probabilmente aprono il pome/sera.
Poi cerchiamo da mangiare. Sono le 13 e inizia a fare veramente caldo. Ci fermiamo in un posto dove vanno i laotiani, molti passano a prendere cibo da asporto messo in comode (mah) bustine.
Ale prende della carne con riso mentre io verdure e carne (salsicce). Finito di mangiare torniamo in hotel e andiamo a riposarci un po’. Usciamo di nuovo verso le 16:45. Arriviamo alla stazione degli autobus a piedi (si ferma solo un tuk tuk che ci chiede un sacco di soldi), saranno quasi 1,5 km.
Proviamo a fare in anticipo i biglietti per Pakse ma non è possibile. Così torniamo indietro, sempre a piedi, ma facendo un’altra strada. Passiamo per un mercato dove Ale si prende una specie di porchetta. Poi ci andiamo a fare un massaggio. Io il body massage e Ale proba il Lao massage (tipo quello tailandese).
Dopo 1 h di massaggio (niente di che) ci andiamo a prendere uno yogurt con la frutta al Chai Dee, un locale giapponese molto accogliente.
Poi torniamo in hotel e andiamo a dormire. Saranno le 20:00.
Martedì 6/1/2015
Ci svegliamo alle 6:50, ci prepariamo e lasciamo i bagagli grossi in hotel. Ci portiamo dietro solo uno zainetto a testa con dentro saccotelo, spazzolino e dentifricio, acqua con amuchina, 1 maglia, pigiama e macchina fotografica.
Cerchiamo qualcosa per fare colazione ma non troviamo niente.
Alla fine ci mangiamo i biscotti comprati a Bangkok. Alle 8 siamo davanti all’agenzia.
Il tipo dell’agenzia ha capito male e ci parla del trekking di 3 gg. Noi però non siamo convinti (soprattutto per il prezzo) e alla fine spingiamo per quello a Dong Natad.
Alla fine parliamo un po’ con la guida (Champà) e verso le 9 partiamo. Il capo ci accompagna con la sua macchina. Prima ci fermiamo in un mercato dove la guida si ferma a fare spesa per il nostro pranzo e poi ci accompagna all’inizio della riserva naturale, dove ci attende una guida locale. Partiamo alle 9:30. Il sentiero è pianeggiante e abbastanza segnalato. Nella foresta ci sono diversi alberi tagliati che gli uomini dei villaggi usano per prendere l’olio per le torce. Fanno un taglio nell’albero, poi quando hanno finito di prelevare l’olio, fanno un taglio da un’altra parte. L’albero piano piano poi si richiude (cicatrizza) da solo.
Lungo la strada incontriamo anche diversi termitai, impressionanti.
La guida ci illustra alcune piante e fiori. Usano delle foglie ruvide per limarsi le unghie.
Per pranzo ci fermiamo sotto una capanna in mezzo a una radura. Nella capanna troviamo anche un ragazzo che ci dicono essere matto e che vaga da solo allontanandosi dal suo villaggio.
Mangiamo il solito riso glutinoso (riso scotto impancottato), verdure cotte, pollo, salsiccette e una salsa piccante. Poi ci riposiamo un’oretta. È piuttosto caldo.
Alle 13:10 ripartiamo.
Facciamo delle pause durante il tragitto perché è troppo caldo.
Alle 16 circa arriviamo al villaggio. Poco prima di arrivare l’altra guida ci saluta che ritorna al suo villaggio. Ci fermiamo a osservare due ragazzi che pescano in un laghetto e poi ci andiamo a bere una birra in un negozietto lì vicino.
Arriviamo nella home stay, lasciamo le nostre cose e andiamo a fare un giro per il villaggio.
Champà ci fa vedere dove abita. Mentre giriamo per il villaggio assistiamo alla benedizione di un’auto appena comprata. L’acquirente è attorniato da un sacco di persone, poi si beve il lao lao (tipica bevanda laotiana molto alcolica) e, dopo una preghiera, l’auto è pronta per il primo giro di inaugurazione.
Tornati alla home stay Ale si unisce ad un gruppo di ragazzi che stanno giocando a pallavolo lì vicino.
Poi rientriamo e assistiamo alla cerimonia chiamata baasii (si pronuncia baci), che viene fatta in nostro onore. Il baasii è un tipico rito laotiano nel quale gli spiriti guardiani vengono legati simbolicamente all’ospite usando dei braccialetti bianchi o arancione (sono praticamente dei fili di cotone) che vengono annodati attorno al polso dell’ospite. Sono stati invitati anche altri abitanti del villaggio.
Finita la cerimonia, mangiamo tutti insieme.
Alle 21 circa andiamo a dormire.
Mercoledì 7/1/2015
Ci alziamo alle 6, anche se già dalle 5 siamo svegli per il canto incessante dei galli e il rumore delle mucche che vanno al pascolo.
Champà sarebbe dovuto venire presto e invece arriva alle 6:20 quando siamo già tutti pronti.
Nel villaggio sono già tutti svegli e c’è un sacco di gente in giro. Le giornate iniziano presto qui…
Prendiamo le offerte da portare al tempio (acqua dentro una bottiglia, banane e cioccolate), ci vestiamo ad hoc (io con il sarong e Ale con la fascia) e ci avviamo verso il tempio. Devo ammettere che con il sarong si cammina veramente male…
Rimaniamo a tutta la cerimonia di preghiera e mettiamo le offerte nelle bowl dei monaci.
Verso le 7:20 ritorniamo verso la home stay e per la strada ci fermiamo a prendere un caffè in un “baretto”.
Poi andiamo a visitare una scuola primaria. I bambini ci salutano in coro al nostro passaggio. Champà, che era un insegnante di scuola superiore, ci spiega che qui la scuola è gratis e le divise gliele passa lo stato. Loro devono pagare circa 50.000 kip all’anno per l’acqua, i fiori, ecc. Poi continuiamo il giro, passiamo in una casa dove preparano noodles, poi in una dove fanno il lao lao. Proseguiamo a piedi e arriviamo alla old city, dove una volte c’era la città, quando ancora Savannakhet non c’era. Poi continuiamo fino ad arrivare ad un bel lago, turtle lake, pieno di colori dove ci sono anche dei buffalo.
Mangiamo vicino al lago dove ci portano da mangiare: carne, pesce, verdure e il solito riso glutinoso. Alle 13:30 il boss ci viene a prendere in auto.
Facciamo un salto al That Ing Hang Stupa, dove si trova un tempio khmer. Anche se ho i pantaloni lunghi, prima di entrare Champà mi fa mettere un asciugamano a modi sarong per coprire i fianchi e una felpa. È caldissimo.
Poi ci fermiamo a vedere un lago dove vengono le famiglie nel weekeng. Un bel posto. Qualche risaia è verde.
Torniamo da Teena Guesthouse. Prima optiamo per una camera con ventilatore ma poi, dopo aver visto che è piena di zanzare e che il letto è scomodissimo, ci facciamo dare una camera con a/c.
Ci riposiamo un po’ e poi usciamo e andiamo lungo fiume. Ci sono diversi locali che fanno da mangiare. Decidiamo di fermarci a mangiare in quello dove hanno il cosiddetto BBQ: portano i carboni ardenti per scaldare una sorta di piastra dove si può cuocere la carne, le verdure, noodles e uova.
Giovedì 8 /1/2015
Ci svegliamo alle 5:45. Ci prepariamo e quando andiamo alla reception per il tuk tuk ci dicono che non ci sarà prima delle 6:30. Così ci incamminiamo e dopo un po’ ne fermiamo uno per la strada. Dopo poco siamo alla stazione. Facciamo subito i biglietti per il bus delle 7.
E’ pieno di zanzare. Compriamo dei biscotti confezionati in una bancarella e facciamo colazione.
L’autobus parte piuttosto in orario. Peccato che è pieno di zanzare e mettiamo in atto una sorta di guerra. In più l’autobus si ferma praticamente ogni 2 min (per uscire da Savannakhet ci mettiamo 1 h) permettendo ad altre zanzare di entrare: un incubo… A un paio di fermate qualcuno fa caricare sull’autobus decine e decine di sacchi di riso e di buste con detersivo.
Vicino a noi siede un tipo che viaggia con 3 pappagallini in gabbia che sporcano tutto il sedile di feci….
In qualche fermata salgono a bordo le venditrici ambulanti ed inizia lo spettacolo. Entrano in fila, una dietro l’altra, con polli allo spiedo, frutta, dolcetti…. Dopo 6 lunghe ore, alle 13, arriviamo a Pakse. O meglio capiamo di essere arrivati a Pakse ma l’autobus non si ferma alla stazione degli autobus ma ci lascia in mezzo alla strada dove prendiamo un tuk tuk e poco dopo siamo in centro. Proviamo a sentire da Alisa GH ma è tutto pieno. Così andiamo nel vicino Lankham hotel dove troviamo 1 camera doppia con a/c. Non sembra male anche se la stanza è senza finestre.
Usciamo subito e andiamo a pranzo lì vicino. Entrambi prendiamo noodles.
Poi andiamo a informarci per il noleggio di un motorino per fare il giro del Bolaven Plateau anche se non sembra ci sia molta scelta. Possiamo prendere solo un modello (lo scoopy, quello che ci piaceva a noi, dicono che non è omologato per 2 persone) a 100 cc. Alla fine lo prenotiamo per domani presso Alisa GH.
Poi andiamo a fare 2 passi. Prima verso il Wat Luang, poi iniziamo a girare a caso. Passiamo per un mercato e ci prendiamo della frutta, ci fermiamo all’ufficio informazioni e poi proseguiamo a piedi fino all’altro wat, Wat Tham Fai. Volevamo arrivare all’evening market ma ci rendiamo conto che è troppo lontano.
Poi ci incamminiamo verso il Mekong. E’ ormai il tramonto. Ci fermiamo a fare una birra in un locale lungo fiume. Poi riprendiamo verso l’hotel. Ci fermiamo da Dok Champa per un massaggio. Scegliamo il foot full set, massaggio di 45’ su piedi e polpacci e 15’ tra testa, spalle e schiena. Una goduria!!!
Finito il massaggio sono ormai le 20. Così optiamo per il ristorante indiamo Jasmine che si trova di fronte al nostro hotel . Pollo tandori per Ale e chicken curry per me, il tutto accompagnato da naan e chapati e da un buonissimo mango lassi. Finito di mangiare andiamo in hotel. Doccia, prepariamo gli zaini per domani e andiamo a letto. Sono le 22 circa.
Venerdì 9/1/2015
Ci svegliamo alle 7. Andiamo a fare colazione con pane burro e marmellata da Jasmine e alle 8 andiamo a ritirare il motorino. Lasciamo i bagagli alla GH e anche un pacco di roba da lavare (costo 15.000 kip/kg).
Partiamo diretti verso Paksong. I caschi sono schifosi. Facciamo benzina al primo distributore che troviamo. Dopo un po’ ci fermiamo in un Wat per la strada per sgranchirci le gambe dove troviamo 2 monaci che ci fanno fare un breve giro nel giardino del Wat.
Proseguiamo fino ad arrivare alla prima cascata, Tat Etu (Tat significa cascata), che si trova all’E-TU resort, un posto bellissimo e immerso nel verde. Per poter arrivare alla cascata bisogna pagare l’ingresso, le cascate infatti sono tutte a pagamento. Dopo una breve passeggiata si arriva alla cascata, immersa in una fitta giungla.
Proseguiamo e dopo un po’ ci fermiamo alla cascata di Tat Fan: è doppia con un salto di circa 150 metri. Bella.
Per la strada ci fermiamo un attimo a fare un giro in un villaggio. Tutti hanno il caffè a seccare fuori di casa, su dei teli tipo i nostri usati per le olive.
Arriviamo poi a Tat Yuang, una cascata piuttosto scenografica in cui è possibile arrivarci praticamente sotto. Nell’area c’è anche un bel prato per sdraiarsi con ponticelli e piscine naturali dove i locali fanno il bagno. Ci fermiamo un po’.
Poi compriamo un pacco di caffè. Dopo altri 8 km arriviamo a Paksong.
Cerchiamo la Savanna GH. Non è sulla strada principale ma bisogna prendere una strada secondaria e percorrerla per circa 900 metri. Prendiamo una doppia per 80.000 kip. La posizione è carina, vicino ad un laghetto.
Lasciamo le nostre cose e andiamo subito al Won Coffee, dove c’è un Koffie, un olandese che organizza tour nelle piantagioni di caffè fornendo interessanti informazioni.
Ci dice che ne sta per iniziare uno. Ci fa accomodare e ci offre una tazzina di caffè. Buono.
Sono le 13:45 e abbiamo un po’ di fame ma non possiamo saltare il tour.
Il tipo ci inizia a spiegare.
Esistono 2 qualità di caffè prodotte da 2 diverse piante: l’arabica e la robusta. L’arabica ha le foglie che sembrano plastificate, liscissime e l’albero ha la forma di un albero di natale. Il caffè (o meglio le bacche del caffè) le raccolgono una volta all’anno. La qualità arabica viene raccolta tra ottobre e dicembre. Ora stanno finendo di lavorare quello dell’ultimo raccolto. Tra poco inizierà la raccolta della qualità robusta, che durerà 3 settimane.
Le piante che possono essere usate per il raccolto hanno almeno 4 anni e sono alte come un uovo.
Nel Boulaven plateau ci sono circa 10.000 farms di caffè.
A Paksong in media la temperatura è di circa 23°C di giorno e di 18°C di notte, per tutto l’anno.
Fa eccezione questo periodo che fa più freddo (10-15°C) di notte. Solo poche notti la temperatura scende sotto lo 0.
Questa è una delle regioni più ricche del Laos. Basta pensare che a Tat Lo vivono con circa 0,70 euro/giorno, 20 euro al mese e si nutrono di quello che coltivano.
Sabato 10/1/2015
Ci svegliamo con calma alle 8.
Ci prepariamo e lasciamo la GH.
Andiamo a fare colazione, o meglio a prendere un caffè, da Won coffee e ci mangiamo ancora un pacchetto dei biscotti comprati a Savannakhet (alla fine stanno tornando utili…). Poi “inforchiamo” il nostro motorino e partiamo. La strada è molto bella. Ci sono un sacco di alberi fiori e poi piantagioni di caffè a non finire. Il panorama è veramente molto bello.
Ci fermiamo a fare un giro per un villaggio per la strada.
Poi arriviamo a Tha Kaek e facciamo un giro al mercato dove Ale si prende uno spiedino di pollo. Ripartiamo e verso le 11:15 prendiamo la strada per Tat Lo.
Poco dopo aver imboccato la traversa ci fermiamo in fondo alle cascate. La vita di paese scorre davanti ai nostri occhi. E’ spettacolare. Bambini che sguazzano cercando i pesci con la maschera, donne che si lavano e altre che fanno il bucato.
Rimaniamo ad osservare il tutto per una ½ ora. Poi riprendiamo il motorino e dopo poco siamo a Tat Lo. Ci fermiamo alla guesthouse Fandee dove prendiamo un bungalow per 60.000 kip.
Lasciamo la roba e andiamo a fare un giro a piedi.
Arriviamo alla prima cascata, poi alla seconda sopra il Tat Lo lodge.
Si potrebbe fare il bagno in una delle pozze.
Torniamo indietro e ci fermiamo a mangiare da Teena restaurant, proprio affianco alla nostra GH. Io prendo pollo al curry mentre Ale noodles con pollo e per finire una buona macedonia con papaya, cocomero e banana. Diciamo che qui non si smattiscono per portarti da mangiare velocemente…tutto si fa con calma e per un piatto si aspettano anche 30 minuti. Ma, si sa, questo è il loro modo di vivere e forse tutti i torti proprio non ce l’hanno.
Ci andiamo a riposare una ½ ora in hotel. Alle 15:30 usciamo. Sentiamo all’ufficio informazioni (che si trova praticamente di fronte alla nostra GH) e prenotiamo per un trekking alle cascate per domani mattina.
Poi risaliamo nuovamente alle cascate. Proviamo a fare un bagno ma l’acqua non è molto invitante. Io mi bagno solo fino al polpaccio, Ale fino alla pancia. Facciamo un giro lì intorno. Ci sono diversi orti e bambini che prendono l’acqua dal fiume per annaffiare.
Ale si mette a giocare a palla con alcuni bambini.
Poi torniamo indietro al villaggio. Ci facciamo una birra alla nostra GH. C’è anche una scimmietta (di proprietà di una signora europea che vive lì) che scorrazza tra i tavoli. Questa sera non fanno da mangiare alla GH e così verso le 7:45andiamo a mangiare in un ristorantino lì vicino. Io prendo chicken lap (pollo super piccante, troppo piccante per i miei gusti) e delle verdure, mentre Ale del pollo alla brace.
Incontriamo 2 ragazzi che sono arrivati in tandem e che avevamo superato questa mattina. Facciamo 2 chiacchiere con loro e, finito di mangiare, torniamo in camera e alle 21 andiamo a dormire.
Domenica 11/1/2015
Ci alziamo alle 6:30 anche se i galli ci hanno svegliato già da un po’.
Ci prepariamo ed usciamo per andare a fare colazione. Proviamo nel ristorante di ieri sera (Mama Pap GH) anche se sappiamo già che la tipa sarà lentissima….Prendiamo 2 pancake con banana e cioccolato e 2 caffè, ma ce ne porta 1…:-)
Alle 7:40 arriva il tipo dell’ufficio informazioni per il trekking e partiamo.
Passiamo per 2 villaggi. Nel primo sono animisti e buddisti, nell’altro sono anche cristiani. Ci sono donne che cantano dentro una capanna come se fossero alla messa. Rimaniamo un attimo di fuori a sentire ma non entriamo per rispetto.
Ci sono bambini ovunque: sono tantissimi!! Alcuni piccolissimi. Ci fermiamo a guardare un gruppo di bimbi che giocano per terra con delle bacche.
Lasciano le bacche cadere a terra e poi una sola persona deve riuscire a farle entrare tutte in una buchetta, una alla volta. Se ne sbaglia una si ricomincia da capo.
Proseguiamo e ci addentriamo nella giungla. La guida sbaglia strada 2-3 volte, poi iniziamo a salire. É caldissimo. Aveva detto che era un trekking semplice e invece non si rivela proprio così dato che il sentiero praticamente è inesistente e passiamo in alcuni punti in cui ho un po’ paura per l’altezza.
Costeggiamo la cascata fino ad arrivarvi sopra.
Il panorama è molto bello. Non c’è molta acqua e viene giù solo un rivolo (anche se la cascata è alta più di 50 m). D’estate dovrebbe essere piena d’acqua!!!
Dopo averta attraversata scendiamo dall’altra parte.
Sono costretta a superare un altro punto un po’ esposto in cui ho paura e la guida mi deve aiutare.
Poi il sentiero diventa praticabile. Attraversiamo il fiume e camminiamo per un po’ sui ciottoli.
Poi arriviamo ad altri 2 villaggi. Alla fine ripassiamo per le 2 cascate viste ieri e alle 12:45 siamo di ritorno a Tat Lo.
Mangiamo di nuovo da Mama Pap GH (ci siamo affezionati). Io prendo delle verdure saltate e Ale i noodles.
Alle 13:30 partiamo diretti verso Pakse. Inizialmente la strada è in salita, poi dopo circa 10 km inizia a scendere lentamente. Passiamo affianco a piantagioni di caffè che poi lasciano il posto alle maledette piantagioni degli alberi della gomma. I cinesi sono arrivati fin qui.
Da quello che ho capito qui in Laos la maggior parte delle opere (es.: strade) e degli investimenti sono stati fatti da Giapponesi, Cinesi e Coreani ma, mentre i Giapponesi fanno anche cose utili (es.: strade e scuole), i cinesi pensano solo al loro profitto.
Dopo circa 2,5h o poco più arriviamo a Pakse.
Riconsegniamo il motorino e ritiriamo i bagagli e la roba lasciata da Alisa GH e andiamo nella camera che avevamo riservato 2 giorni fa.
Nettamente superiore alla media, questo hotel ha camere molto grandi con letti molto comodi.
11 euro (in 2) spesi bene!!! Assolutamente consigliato ma bisognare prenotarlo qualche giorno prima dato che è sempre pieno e ha poche camere (circa 12).
Ci facciamo una doccia e ci rilassiamo un attimo.
Poi usciamo e ci concediamo un massaggio (oil massage) da Dok Champa. Spettacolare, uno dei migliori mai fatti. Peccato solo per 2 francesi che hanno fatto una gran confusione durante tutto il tempo (che maleducati!!!).
Usciti andiamo a mangiare dall’Indiano: io prendo pollo con salsa agli spinaci e Ale un Masala chicken. Il tutto con mango lassi!!
Dopo cena andiamo un po’ su internet ma la connessione è lenta.
Poi andiamo in camera, Ale guarda un po’ la TV (satellitare) dove fanno vedere le partite del campionato italiano. Non è possibile…anche qui!!!!
Lunedì 12/1/2015
Ci svegliamo alle 6:50. Ci prepariamo e per colazione ci mangiamo i biscotti comprati alla stazione di Savannakhet (era un pacco con 12 confezioni…).
Poi ci andiamo a prendere un caffè con latte (rigorosamente condensato) al ristorante indiano.
Alle 8 doveva passare il minivan per portarci alla stazione degli autobus, ma arriva in ritardo. La tipa ci aveva detto che ci avrebbe portato alla stazione degli autobus e da lì dovevamo prendere un bus e invece scopriamo strada facendo che il van ci porterà a Nakasang dove abbiamo l’imbarco x Don Khon.
Prima il van si ferma per far scendere la gente all’imbarco per Champasak, poi a quello per Don Khong e alla fine al nostro e a quello per Don Det. Alle 12 circa prendiamo la barca per Don Khon.
Arrivati sull’isola cerchiamo una guesthouse e ci fermiamo da Souksan. I bungalow più economici costano 50.000 kip: la camera non è niente di speciale ed è un po’ buia ma il prezzo è piuttosto invitante e, dato che non è sporca, e alla fine decidiamo di rimanere.
Lasciamo la roba e andiamo a cercare una bici a noleggio. Dopo averla trovata andiamo verso le cascate Tat Somphamit, dette anche cascate Li Phi (che si pronuncia Li pi in laotiano).
Vicino al ponte francese (che collega Don Det a Don Khon) bisogna pagare 35.000 kip a persona. Proseguiamo e arriviamo alle cascate (l’ingresso è compreso nel biglietto che abbiamo appena pagato). Lasciamo le bici e proseguiamo a piedi (è obbligatorio).
Le cascate sono davvero belle. Il Mekong qui si incazza parecchio. Proseguiamo e arriviamo alla spiaggia (c’è anche divieto di fare il bagno, probabilmente a causa delle forti rapide), dove c’è anche un ristorante. Ci fermiamo e prendiamo 2 mango shake (senza ghiaccio) e una porzione di polpette di pesce fritte; poi ci sdraiamo sotto una delle tettoie a riposare un po’. C’è anche la Wi-Fi.
Dopo un’oretta riprendiamo la bici e andiamo verso la spiaggia che c’è più avanti. Ci bagnamo le gambe e ci fermiamo ½ ora a prendere il sole.
Poi, alle 16:30, decidiamo di andare a sentire per un giro in barca per vedere delfini. Un tipo ci accompagna per 60.000 kip. Facciamo una parte di strada e arrivati ad una roccia il tipo ci fa scendere e ci lascia lì insieme ad altri 2 turisti. Prima di ripartire riusciamo a scorgere 2 delfini in lontananza. Dopo aver preso fiato 2 o 3 volte si immergono e rimangono sotto per alcuni minuti. Siamo al confine con la Cambogia.
Torniamo indietro mentre il sole sta tramontando dietro le montagne che dividono il Laos dalla Cambogia: uno spettacolo!!!!
Riprendiamo le bici e torniamo verso la guesthouse.
Ci fermiamo a fare due foto al tramonto sopra il ponte francese. Tornati alla GH, ci facciamo una doccia e usciamo di nuovo. Andiamo a cena in un ristorante lì vicino: io prendo pollo con verdure e Ale maiale con funghi.
Poi ci andiamo a prendere una birra nel ristorante del nostro hotel.
Facciamo 2 passi e andiamo a dormire presto. Il cielo è super stellato. Non ci sono lenzuola così usiamo il sacco telo.
Martedì 13/1/2015
Ci svegliamo alle 7:30. Facciamo colazione al posto dove abbiamo cenato ieri sera. Pancake con banana e cioccolato per Ale e yogurt con frutta e muesli per me.
Lasciamo una sacchetta con 2 vestiti da lavare.
Chiediamo info per kayak ma ci dicono che è troppo tardi. Compriamo invece il biglietto per Champasak x domani.
Proviamo in un’altra agenzia per il kayak e ci dicono di si. Ci portano con il motorino fino a Don Det, da dove parte il giro. Lasciamo lo zaino e mettiamo la roba che ci interessa dentro il sacco impermeabile.
Partiamo. Siamo 10 persone + 2 guide accompagnatori.
Facciamo un primo tratto dove dobbiamo superare alcune rapide e dei bufali che fanno il bagno. Un sacco di adrenalina.
Poi, arrivati in un punto, lasciamo i kayak e andiamo a vedere la cascata di Kon Pa Soi.
Proseguiamo per una parte a piedi fino a che non arriviamo in un posto dove hanno portato i nostri kayak. Lo riprendiamo. A questo punto dobbiamo percorrere un tratto piuttosto difficile con sassi sporgenti e piuttosto stretto. Facciamo un po’ di confusione e ci giriamo diverse volte andando contro le piante al bordo del fiume.
Pagaiando arriviamo fino al posto dove ieri abbiamo visto i delfini. Ne intravediamo qualcuno ma molto lontano. Poi ci accostiamo alla costa e ci fermiamo per pranzo. Una baguette con un po’ di pollo grigliato, pomodori, un uovo sodo e una patata al cartoccio. Ci riposiamo un po’ e ripartiamo. È sempre più dura pagaiare, ho le spalle a pezzi.
Arriviamo in un posto dove tiriamo su i kayak e li carichiamo su un furgone. Ci montiamo anche noi e ci portano fino alle cascate di Khon Phaphing, che sono ritenute le più grandi come portata d’acqua di tutto il sud-est asiatico. Non a caso sono chiamate anche “perla del Mekong”. Rimaniamo un po’ lì. Poi rimontiamo sui furgoni e ci portano fino a Nakasang dove ci attende l’ultimo tratto fino a Don Det. Sono stanchissima e arrivo stremata. Una volta arrivati, aspettiamo un po’ e poi i due ragazzi ci riaccompagnano dove abbiamo acquistato l’escursione questa mattina.
Torniamo in hotel. Ci facciamo una doccia e poi usciamo subito. Andiamo a prendere uno shake nel ristorante dell’hotel. Rimaniamo anche a cena. Il ristorante è piuttosto economico, almeno rispetto a quelli che abbiamo visto sulla nostra isola e fa da mangiare discretamente. Ale prende degli spiedini di carne, io le verdure con la carne. Finito di mangiare andiamo a fare 2 passi. Incontriamo i “ragazzi del tandem” e ci fermiamo a parlare con loro per 10 min. Poi torniamo in hotel e andiamo a dormire.
Mercoledì 14/1/2015
Ci svegliamo alle 8. Facciamo colazione al nostro hotel. Pane, burro e marmellata per me e pancake con banana e cioccolato per Ale. Poi facciamo due passi per goderci gli ultimi momenti sull’isola e arriviamo al tempio lì vicino.
Poi compriamo una ciotola porta riso glutinoso.
Ci fermiamo davanti alla scuola dove c’è ricreazione. Le bimbe mi raccolgono (o meglio strappano) fiori di buganvillee da una pianta in giardino per darmeli.
Alle 10:30 andiamo al ristorante dove abbiamo prenotato il minivan per Champasak (qui si può prenotare praticamente ovunque). Chiedo di telefonarmi a Alisa GH a Pakse e dico che non riusciamo a passare a prendere il motorino che avevamo riservato.
Alle 11 prendiamo la barca per Nakasang. Vi arriviamo dopo circa 1h e dopo aver caricato gente qua e là. Arrivati ci dirigiamo verso un punto dove sono ammassati altri turisti e dove c’è un tipo che cerca di allocare le persone nei diversi minivan per le varie destinazioni, pur non riuscendoci molto bene.
Riusciamo a salire su un pulmino. Sembra un vecchio scuolabus scalcinato. Alle 12:30 partiamo.
Ci fermiamo per la strada per far salire una signora (ma non doveva essere un minivan per soli turisti??). Ale le cede il suo posto a sedere e si sistema in uno sgabello traballante. La signora ringrazia numerose volte e alla fine regala sia a me che a lui un braccialetto bianco e arancione.
Alle 14:30 arriviamo all’imbaco per Champasak. Prendiamo una barchetta con altri turisti che ci porta direttamente a Champasak. All’arrivo troviamo il tipo della Vong Paseud GH pronto ad accalappiarci con il suo minivan.
Per evitare di perdere tempo alla ricerca di un posto dove dormire, decidiamo di andare con lui. Prendiamo una delle camere di medio costo (accettabile) e poi ci facciamo accompagnare insieme ad altri 2 ragazzi lituani al Wat Phu Champasak che si trova a 10 km dall’hotel.
Il tipo della GH ci sa proprio fare con i turisti e offre qualsiasi tipo di servizio, dal noleggio delle bici e dei motorini alla prenotazione dei bus, e soprattutto ride sempre, da risultare quasi fastidioso.
Arriviamo alle rovine alle 15:30. Giriamo per circa 2h. Le rovine, risalenti al V secolo, sono disposte su 3 livelli e per arrivare all’ultimo bisogna salire una lunga scalinata scomoda.
Le rovine non sono tenute benissimo e sono ancora in corso i lavori di ristrutturazione.
Alle 17:30 torniamo al paese sempre con il proprietario della GH che ci fa da tassista.
Andiamo a fare un giro per il paese, che si estende lungo un’unica strada principale o poco più, e vediamo che la sera c’è uno spettacolo. Torniamo alla GH e prenotiamo il songtaew per Pakse per domani mattina. A Don Khon ci avevano detto che a Champasak avremmo trovato facilmente l’autobus per Ubon Ratchathani (cioè il minivan che porta a Pakse e ti permette di prendere il Thai-Lao International bus per Ubon) e invece non sembra così e siamo costretti a prendere il bus delle 7 della mattina.
Ceniamo con birra e noodles, un piatto enorme.
Finito di mangiare ci avviamo verso il paese e alle 8:30 inizia lo spettacolo (50.000/persona). Trasmettono un film molto vecchio e senza audio, in cui i “vecchi” del posto suonano e recitano la parte “parlata” e musicata.
Non mi sento molto bene e a metà spettacolo sono costretta ad uscire. Probabilmente ho mangiato troppo. Dopo 1h15 il film finisce e torniamo in hotel.
Passo tutta la notte in bianco e sto male.
Giovedì 15/1/2015
Ci svegliamo alle 6:30 e alle 7 ci passa a prendere il songtaew. è piuttosto freddo. Non sto ancora molto bene e sono parecchio fiacca.
Dopo neanche 1h siamo a Pakse. Decidiamo di prendere subito un tuk tuk e farci portare alla stazione dove partono i bus internazionali per vedere se siamo ancora in tempo a prendere quello delle 8:30 per non dover aspettare le 15:30. Ogni giorno, infatti, ci sono solo 2 autobus per tratta che fanno il tragitto Pakse-Ubon Ratchathani: 1 alle 8:30 e l’altro alle 15:30. Riusciamo a prenderlo.
Dopo45 minuti siamo al confine. Sbrighiamo le pratiche e per uscire dal Laos ci chiedono una “mazzetta” di 100 bath o 50.000 kip. Anche se la cifra sarebbe più bassa in bath, decidiamo di pagare in kip dato che ci sono avanzati.
Proseguiamo a piedi e attraversiamo il confine. Tra tutto impieghiamo ½ ora. Alle 11:30 arriviamo a Ubon. Sono fiacchissima.
Prendiamo un tuk tuk e ci facciamo portare in hotel. L’hotel, lo Sri Isan Hotel, visto sulla Lonely Planet e prenotato via internet, è piuttosto carino e molto economico (12$ a camera). Buon rapporto qualità/prezzo.
Dormiamo un paio d’ore.
Alle 14 circa usciamo e ci fermiamo a mangiare in un posticino dove Ale prende riso con pollo e io solo riso….:-(
Facciamo 2 passi e arriviamo fino alla piazza con l’obelisco. Ci sono diversi bambini tipo scout che marciano e fanno giochi di squadra.
Nella piazza c’è anche una palestra all’aperto con bilanciere e tutto il resto.
Ci sono anche 2 bei campi da basket e una pista per corre tutto intorno alla piazza. Alcuni minibus a energia elettrica fanno il tour della città. Continuiamo il giro e vediamo 3 wat e poi lungo fiume dove ci sono diversi baretti che stanno aprendo e che probabilmente si riempiranno dopo il tramonto.
Verso le 17:30-45 torniamo in hotel.
Riusciamo alle 19 e andiamo a mangiare nel ristorante SP House che ci ha consigliato la receptionist dell’hotel, che si trova insieme ad una pasticceria. Io prendo riso e pollo grigliato, mentre Ale riso con calamari. Finito di mangiare arriviamo nella piazza centrale dove ci sono moltissime bancarelline con il cibo da strada.
E’ una goduria vedere tutto questo: gente che cucina di tutto e gente che mangia qualsiasi cosa.
Certo che loro sono veramente imbattibili nel cibo da strada. In questi carretti riescono a fare di tutto. C’è chi prepara carne alla griglia, chi delle frittelle, qualcuno vende frutta e un tipo fa dei pancake (che possono essere vuoti o ripieni di uova) stendendo la pasta al momento.
Ci sono anche delle donne che lavano le stoviglie.
Torniamo in hotel e poco dopo le 21 andiamo a dormire.
Venerdì 16/1/2015
Ci svegliamo prima delle 6.
Ci prepariamo e andiamo nella hall, dove c’è anche la colazione a buffet gratis. Ale si prende un caffè. Chiamiamo un taxi che poi dividiamo con un ragazzo svizzero.
Arriviamo in aeroporto dopo 5 minuti.
Il check-in è velocissimo. Non ci danno i soliti biglietti ma una sorta di scontrino. I controlli sono ancora più veloci e alle 7 sono già al gate.
C’è una tv dove trasmettono le partite di calcio italiano.
L’aereo parte alle 8:30 con 15 minuti di ritardo. Alle 9:35 arriviamo a Bangkok.
Prendiamo informazioni sui trasporti e andiamo a prendere l’Express line dello sky train. Scendiamo all’ultima fermata e prendiamo lo sky train fino a Mochit, come avevamo fatto all’andata, e prendiamo il bus 77 (anche il n. 3 va bene) fino alla stazione degli autobus di Mochit.
Arrivati, chiediamo info per il cellulare di Ale. Uno dell’ufficio informazioni ci fa accompagnare da quelli della sicurezza fino ad un altro edificio dove ci sono diversi uffici. Dopo un po’ di spiegazioni la tipa riesce a capire cosa cerchiamo e ha un lampo di genio ricordandosi del cellulare.
dopo qualche minuto il cellulare è di nuovo davanti ai nostri occhi. Incredibile!!! Solo qui succedono queste cose!!!
Ci avviamo verso il piazzare dove partono gli autobus pubblici. Chiediamo per Khao San Road e una tipa ci dice di prendere il n. 3.
Alle 12 partiamo. Il tragitto è lungo e c’è parecchio traffico.
Dopo 1h siamo a Kao San Road. Ci mettiamo un’altra ½ h per trovare l’hotel (New Siam GH 1). Arrivati, prendiamo la camera prenotata tramite internet; non è malvagia.
Ci sistemiamo ed usciamo.
Ci incamminiamo verso il palazzo reale e poi proseguiamo lungo fiume verso Chinatown. Ci fermiamo ad un pier a comprarci in una bancarella un calamaro alla griglia per pranzo, anche se la cosa sembra diventata piuttosto turistica negli ultimi tempi e ora la bancarella è circondata esclusivamente da turisti. C’è solo una bancarella che cucina i calamari e ora non li da più sullo stecco come 5 anni fa ma lo tagliano e lo servono in un contenitore di plastica.
facciamo un giro per la caotica Chinatown, Non riusciamo a trovare la zona dove vendono il pesce.
Decidiamo di tornare indietro e andiamo a prendere il Chao Praya Express.
Ci fermiamo a Tha Tien e andiamo al bar del residence Arun che ha una stupenda vista sul Wat Arun che al tramonto diventa spettacolare.
Rimaniamo a prenderci qualcosa da bere mentre scattiamo diverse foto.
Poi decidiamo di riprendere un tuk tuk e andiamo al Siam Center dove ci sono diversi centri commerciali.
Facciamo un giro e poi andiamo a cena da Shabu -shabu, dove con 735 baht a testa (18 euro) mangi tutto quello che vuoi: dal sushi alla tempura e poi tutti i piattini che passano nel tavolo girevole e si può mettere a cuocere dentro del brodo bollente.
Finito di mangiare, facciamo un giro per il centro. Poi prendiamo un tuk tuk e torniamo a Khao San Road.
È un delirio. Facciamo un giro veloce, mi compero gli infradito Havaianas e torniamo in hotel.
La notte non dormo bene, ho mal di stomaco e mi sento la febbre.
In hotel c’è anche molta confusione durante la notte (cosa che non mi ricordavo dall’altra volta): diversi ragazzi urlano per i corridoi e per le scale in piena notte e nelle prime ore della mattina.
Sabato 17/1/2015
Ci svegliamo e io continuo a non stare molto bene. Mi sento la febbre (ma essendomi dimenticata il termometro non ne ho la certezza) e ho la diarrea. Ci prepariamo e lasciamo l’hotel.
Faccio colazione al volo con tè e 1fetta di pane e marmellata. Alle 8 circa siamo alla ricerca di un taxi. Molti si fermano, guardano il foglio con le istruzioni che ci hanno dato quelli del corso di cucina, e ci sparano 300 baht,. Non appena propongo loro di accendere il tassametro se ne vanno. Quelli del corso, invece, si erano raccomandati di far usare il tassametro, perché altrimenti i tassisti ci provano. Ci allontaniamo dalla zona di Khao San Road e alla fine ne troviamo uno onesto. Dopo circa 30 minuti arriviamo al luogo di incontro, in zona Silom, pagando solo 80 baht….
Questo la dice lunga sui tassisti thailandesi….
Portiamo i bagagli alla scuola di cucina e torniamo al luogo dell’appuntamento.
La nostra classe è composta da 10 persone. Ci sono altri 6 australiani e 2 ragazzi francesi. Con la nostra insegnante, prendiamo il bus e andiamo al mercato dove ci spiega un po’ di cose su frutta e verdura. Ad esempio che ci sono 4 tipi di ginger.
Poi andiamo alla classe. Il corso è strutturato molto bene e prevede la preparazione di 4 piatti. Ogni giorno si preparano piatti diversi e sul loro sito internet è presente l’elenco. Per prima cosa ci fa vedere gli ingredienti del piatto che andremo a preparare, poi si va ai fornelli (ciascuno ha il suo) e, seguendo le istruzioni dell’insegnante, si preparano i piatti.
Il primo piatto che prepariamo è il Tom Yun Gun (Gun è gamberetto) ma si può fare anche con il pollo. Poi prepariamo il pad thai (i noodles thailandesi). Il terzo piatto sono i fresh spring rolls (con insalata, carota, pollo lesso, basilico e un frutto). Il quarto piatto è il green curry chicken. Poi ci danno mango e sticky rice, ma non lo prepariamo noi.
Io non mangio tutto anche se è tutto buonissimo.
Alle 13 finisce il corso e solo in quel momento ci accorgiamo che abbiamo fatto il corso da un’altra parte rispetto a dove avevamo lasciato i bagagli e così siamo costretti a prendere lo skytrain e camminare un po’.
Recuperati i bagagli andiamo lì vicino a vedere un tempio induista e poi al centro commerciale Siam. Io sono molto fiacca e continuo a sentirmi la febbre.
Dentro il centro c’è una sorta di gara di ballo con tanto di giuria stile X-factor. Rimaniamo un po’ a guardare. Alle 16 andiamo a riprendere lo sky train per arrivare fino alla fermata di Phaya Thay da dove parte quello per l’aeroporto. C’è un treno ogni 12 minuti e da lì in ½ ora sei in aeroporto. Arriviamo in anticipo. Ci cambiamo e sistemiamo gli zaini per il check-in. Anche questa volta vogliamo evitare di imbarcarli e li vogliamo portare come bagaglio a mano. Per fortuna ce li fanno passare senza nessuna storia.
Il volo parte puntuale alle 20:45. Arriviamo a Dubai dopo circa 6h30 (non so il motivo ma ci si mette più tempo rispetto all’andata). Facciamo scalo di 3h e ripartiamo per Roma. L’aereo parte in ritardo di 45 minuti ma poi qualcosa riesce a recuperare durante il volo.
Arriviamo a Roma alle 7:50. Di corsa passiamo il controllo passaporti e andiamo a prendere il treno per Roma Termini. Che assurdità pagare 14 euro per un servizio del genere!!!!
Alle 9:35 parte il treno per Ancona.
Purtroppo anche questa volta il nostro viaggio è finito….